Max Verstappen ha vinto il gran premio d'Olanda che si è disputato ieri pomeriggio presso lo Zandvoort Circuit, sede del tredicesimo appuntamento iridato della stagione. Per l'olandese si è trattato del diciassettesimo trionfo in carriera in Formula Uno, il settimo dell'annata in corso dopo quelli in Emilia Romagna, Monaco, Francia, Stiria, Austria e Belgio. Il pilota della Red Bull è stato autore di una gara magistrale, nella quale non ha commesso alcuna sbavatura.
Sin dal primo giro, l'idolo di casa ha imposto il proprio ritmo alla corsa con giri da qualifica che gli hanno consentito di creare un gap di sicurezza coi diretti inseguitori in ottica pit stop. Il primo stint di gara con le mescole soft, ad eccezione per Lewis Hamilton, è stato irraggiungibile per il resto del gruppo. Dal 2° al 18° giro, Max ha chiuso diciassette passaggi consecutivi con tempi tra l’1:14.9 e l’1:15.1. Successivamente, quando il britannico della Mercedes ha effettuato il primo pit stop nel corso del 20° giro, il muretto Red Bull ha richiamato subito al giro seguente il proprio pilota di punta in modo da evitare l'undercut da parte del costruttore tedesco.
La mossa strategica della Mercedes si è stroncata sul nascere dato che il pit stop dell'inglese è durato 3.6 secondi, circa un secondo e mezzo più lento del crono medio. Passato al compound medio, Verstappen é rientrato in pista davanti a Hamilton ma dietro a Valtteri Bottas, rimasto in pista su una strategia differente, ovvero quella di allungare lo stint iniziale con le gomme morbide sino al punto in cui il suo compagno di squadra non fosse arrivato negli scarichi della Red Bull numero 33.
Quando questa situazione si stava per verificare, il finnico è andato lungo alla frenata della curva undici e così Max è riuscito ad entrare in zona DRS e sfruttando l'ausilio dell'ala mobile ha superato il finlandese della Mercedes in uscita dalla sopraelevata della curva 14 e riprendendosi la leadership della corsa al termine del 31° giro. Il passo gara è rimasto sempre in modalità qualifica, dato anche il fatto che alle sue spalle il sette volte campione del mondo, a cui Bottas ha lasciato subito strada una volta sopravanzato da Verstappen, è rimasto sempre a massimo tre secondi di distanza, un margine non sufficiente in caso di undercut.
Undercut che la Mercedes ha tentato nuovamente fermando il pluri iridato al 39° giro, ma il muretto di Milton Keynes ha risposto prontamente richiamando il nativo fi di Hasselt al giro seguente. Anche in questo caso, il piano strategico del muretto tedesco è fallito in quanto hanno fatto rientrare Hamilton in pista nel traffico dei doppiati, giro nel quale ha perso decimi preziosi. Conseguentemente, le posizioni sono rimaste invariate, la strategia invece è stata diversificata tra le due scuderie, dato che per il terzo stint di gara Hamilton aveva le coperture medie C2 mentre Verstappen le hard C1. Il vantaggio prestazionale della mescola più morbida si è tradotta in una lenta ma costante progressione cronometrica che ha consentito al trentaseienne di Stevenage di portarsi, grazie anche alle fasi di doppiaggio, a 1.2 secondi dal leader della gara. A dieci giri dal termine, però, lo svantaggio in termini di degrado del pneumatico più morbido ha determinato una perdita di performance e di passo per la Mercedes numero 44. Anche senza l’accentuarsi del degrado gomme, per Lewis Hamilton sarebbe stato molto difficile impensierire il rivale il titolo, dato il passo con le specifiche dure.
Infatti, l’attuale leader del mondiale dal 42° al 72° ha completato ventitré passaggi sotto l’1:14.0 a testimonianza di quanto si stata una gara di ritmo serrato tra i primi due, una gara da Formula Uno. Con le posizioni dei primi tre ormai congelate, il team di Stoccarda ha richiamato ai box il trentaduenne di Nastola per una questione di sicurezza legata alla tenuta degli pneumatici, soprattutto quelli del lato sinistro molto sollecitati dalle curve 1, 7, 8 e 14 dalle considerevoli forze laterali.
Uscito dalla pit lane con gomme morbide usate, Valtteri ha fatto registrare il giro più veloce della corsa al 70° passeggio. Nulla di strano se non fosse per il fatto che lo abbia tolto al compagno di squadra in lotta per il titolo iridato nonostante James Vowles (Strategy Director) gli avesse comunicato via radio di evitarlo. A quel punto, Lewis si è dovuto fermare ai box per montare il pneumatici soft e siglare il giro veloce all'ultima tornata. Il ventitreenne dei Paesi Bassi si è ripreso la leadership iridata con tre lunghezze di vantaggio sul campione del mondo in carica.
Alle spalle del trio a podio formato nell'ordine da Verstappen, Hamilton e Bottas, vi sono Pierre Gasly e Charles Leclerc, rispettivamente quarto e quinto. Il francese dell'AlphaTauri ha confermato la posizione di partenza al termine di una gara perfetta nella quale ha massimizzato il potenziale dell'AT02 sulla pista olandese Oltre alla competitività del mezzo tecnico, va elogiata la costanza di rendimento del pilota transalpino nell'arco di questa stagione.
Il campione GP2 2016 è in costante miglioramento dall'inizio del campionato scorso, un percorso di maturazione che che lo ha portato essere uno dei piloti più affidabili della Formula Uno attuale. Una situazione inaspettata dopo la prima metà di stagione 2019, decisamente in ombra, con la Red Bull conclusa con la retrocessione nell'allora Toro Rosso successivamente al gran premio d'Ungheria. Buona la gara del monegasco della Ferrari, che ha sempre navigato in acque sicure dato che l'AlphaTauri davanti a lui era più rapida e gli inseguitori alle sue spalle erano distanti quasi mezzo secondo. Da sottolineare come il campione F2 2017 abbia gestito in modo ottimale l'usura dei pneumatici duri nel second long run della gara, evitando un crollo prestazionale come è invece é successo al suo compagno di box Carlos Sainz. Lo spagnolo ha chiuso in settima posizione a trentuno secondi dalla vettura gemella, venendo passato al penultimo giro anche dal connazionale Fernando Alonso, sesto. La gara dell'iberico dell'Alpine è stata all'opposto di quella del suo amico della Ferrari.
Dopo un lungo primo stint con gli pneumatici morbidi nel quale il suo compagno di squadra Estaban Ocon sembrava più veloce, nella seconda metà della corsa il bi-campione del mondo ha cambiato passo con le mescole medie montate al trentatreesimo giro. Con una progressione cronometrica costante dal quarantaseisimo giro non solo ha distanziato l'altra Alpine ma ha anche ricucito il gap di oltre dieci secondi dalla SF21 numero 55. Ottima, considerando il tracciato poco favorevole ai sorpassi, la rimonta di Sergio Perez.
Il messicano della Red Bull, partito dai box, ha concluso ottavo in seguito a una gara ricca di sorpassi e sempre all'attacco, soprattutto nel finale con le gomme morbide nuove grazie all'aggressiva strategia adottata dal muretto anglo-austriaco. Ocon, nono, e Lando Norris, decimo, hanno completato la classifica dei primi dieci. Il ventunenne di Bristol ha preceduto il suo compagno di squadra Daniel Ricciardo, undicesimo. Il fine settimana nei Paesi Bassi è stato probabilmente il peggior della stagione per il costruttore di Woking. Solamente un punto conquistato con la MCL35 che non solo è stata inferiore alla rivale al terzo posto della classifica scuderie, ma anche rispetto ad AlphaTauri ed Alpine.
Comunque sia, il team britannico è stata scavalcato dalla Ferrari nel mondiale costruttori per la battaglia al terzo posto. Weekend da dimenticare anche per l'Aston Martin, i cui problemi sono cominciati in qualifica. Sebastian Vettel è stato eliminato nel Q1 a causa del fatto che nel suo ultimo tentativo ha incontrato traffico nell'ultimo settore mentre sei vetture si stavano per lanciare. Mentre Lance Stroll è stato penalizzato nel Q2 dall'esposizione delle due bandiere rosse dovute agli incidenti delle due Williams e non è potuto scendere in pista per provare a migliorarsi, così come Norris, dato che la sessione non è più ripresa dopo la seconda interruzione.